icerbox Carnero giovane by Unknown

autore:Unknown
Format: epub

Tre movimenti

Protagonista del romanzo è Leo, scrittore che – al momento in cui il testo comincia – ha da pochi mesi compiuto trentadue anni. La scena iniziale ce lo presenta a bordo di un aereo (in volo fra Parigi e Monaco di Baviera), intento a studiare i primi segni di invecchiamento nell’immagine del suo volto riflessa dal vetro dell’oblò. La triste meditazione e i lugubri pensieri di Leo si giustificano agli occhi del lettore poche righe più avanti, con il riferimento a un fatto terribile: la morte del compagno Thomas, avvenuta due anni prima, che ha gettato Leo nella più completa e nera solitudine. Eccoci dunque sbalzati indietro di due anni, e subito dopo ancora di qualche anno. Anche in questo romanzo il tempo è estremamente mobile. La struttura temporale della narrazione è quella, fluida, del pensiero del protagonista. Il narratore onnisciente che parla di lui in terza persona si confonde con Leo stesso, procedendo con gli andirivieni tipici di uno stream of consciousness che qui sottostà sì alle regole della logica e della grammatica nell’esporre i fatti e le riflessioni, ma non è per niente disposto a organizzarli in uno svolgimento rigorosamente lineare. Il contrasto più evidente e interessante è tra questo sguardo sull’interiorità e dall’interiorità, che più facilmente presupporrebbe un’esposizione in prima persona, e la scelta della terza persona (un impianto che rievoca quello di alcuni romanzi di Milan Kundera, che Tondelli aveva certamente letto). Gli esiti sono altamente suggestivi: si ottiene infatti così l’oggettivazione di una soggettività che da quell’oggettivazione ricava più forza e pregnanza.

Nei numerosi flash-back (come in Pao Pao, anche qui il tempo principale è poco più che un pretesto, per quanto, in entrambi i casi, in esso si collochi poi la conquista di una sorta di “morale della storia”), e negli ulteriori flash-back che in essi a loro volta si aprono, si definisce così una sorta di composizione a scatole cinesi, che rende strutturalmente, a livello di macro-impianto narrativo, l’instabilità e la complicatezza del pensiero e del mondo interiore del protagonista. Egli vede coesistere in sé i diversi tempi con gli stati d’animo che a essi si legano: il tempo principale, il tempo della relazione con Thomas, il tempo della sua malattia e della sua morte, il tempo della morte spirituale di Leo, il tempo della sua rinascita, e il tempo finale in cui quest’ultimo, idealmente, si riconnette al primo. Dell’importanza del “lavoro sul tempo” messo in atto in questo come nei precedenti romanzi tondelliani (e, di nuovo, in quelli di Kundera) si dimostra consapevole l’autore stesso: “Opero sul ‘tempo’ della narrazione. Che è innanzitutto tempo letterario e di scrittura e non ha niente a che vedere col tempo, se vogliamo rigorosamente sequenziale, biografico, scandito sulla successione di avvenimenti imposti dal tempo ‘cronologico’.”7

La riflessione sull’aspetto temporale della narrazione è – come è noto – peculiare e centrale in tutta la linea più “novecentesca” della narrativa del Novecento: “A partire soprattutto dall’inizio del secolo, con le opere di Proust, Thomas Mann, Virginia Woolf e Michel

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